Ecco cosa si nasconde davvero dietro molte Hit spagnole come “Despacito”…

Ogni Estate puntuale arriva almeno un tormentone spagnoleggiante, che ti si piazza in testa e non ne esce più.
Tutti noi prima o poi ci ritroviamo quanto meno a fischiettarne il motivetto, o a canticchiarne il ritornello.

Le etichette discografiche, ormai, hanno capito il successo di queste canzoni, e cercano di cavalcarne l’onda ogni anno.

Infatti, puntualmente, ogni singolo anno verso Febbraio/Marzo escono tante canzoni in spagnolo. E tra queste, state ben sicuri, ce ne sarà almeno una che diventerà una hit mondiale.

Sono canzoni dal ritmo incalzante, da ballare sulla spiaggia, nelle feste serali di Agosto, e chi più ne ha più ne metta. In Radio le passano a qualsiasi ora, su Facebook te le ritrovi sempre davanti, e come qualsiasi fenomeno di massa, non si fanno mancare nemmeno le divertentissime parodie.

Insomma, stiamo parlando di veri e propri successi mondiali.
Per esempio, negli anni ’90 inizia la sua attività Ricky Martin, che negli anni successivi porterà al successo tantissime hit di questo tipo, come dimenticare “Un, dos, tres Maria”, ma Ricky Martin si inserisce solo in una tradizione che già era ben avviata da molti anni, prima di lui c’era stata la famosissima “Macarena”, e poi via via tutta una serie di famosissimi tormentoni. Enrique Iglesias, più recentemente Alvaro Soler e molti altri ancora… l’elenco potrebbe continuare all’infinito.

E anche quest’anno non poteva mancare la famosissima hit spagnola che fa impazzire chiunque.
Stiamo parlando di “Despacito” di Luis Fonsi, con featuring di Daddy Yankee.

E la ricetta è sempre la stessa, soprattutto negli ultimi anni: Ritmo reggaeton, sonorità latinoamericane, voci calienti.

È una canzone che piace proprio a tutti, anche a tantissimi cristiani, come me e te che stai leggendo.
Ora la domanda che mi sorge spontanea, ogni anno che qualche hit del genere arriva al successo e la vedo cantata anche da tantissimi cristiani, è sempre la stessa: “Ma sanno di che cosa parla?”.

A tal proposito ho letto un interessante articolo dell’Huffington Post che parlava proprio del testo della hit di Fonsi.

E bene, la canzone di Fonsi, così come accade per il 90% delle canzoni latinoamericane (da Enrique Iglesias a Alvaro Soler, passando per Ricky Martin) nasconde qualcosa di molto particolare che alle orecchie di non comprende bene lo spagnolo potrebbe essere passato inosservato.

Ma andiamo direttamente al dunque, ecco alcuni passi di Despacito tradotti in italiano:

“Despacito
Quiero desnudarte a besos despacito[…]
Y hacer de tu cuerpo todo un manuscrito”

Che tradotto fa più o meno così:

“Lentamente
Voglio spogliarti lentamente con un bacio […]
E farò del tuo corpo un intero manoscritto”

Non c’è bisogno di spiegare il senso di queste frasi, sono fin troppo esplicite.

Tanto è vero che anche l’Huffington Post scrive:

Se, per caso, vi sembra che il testo viri un po’ troppo verso lo spinto, no problem: i versi successivi sono anche più espliciti. Perché, come si diceva, la donna bellissima e l’uomo che vuole conquistarla (soprattutto carnalmente) non possono mai mancare in un tormentone che si rispetti.

“Insegni alla mia bocca i tuoi luoghi preferiti”, ad esempio, non è proprio un verso innocente, mentre “lasciami sorpassare le tue zone di pericolo” contiene una metafora decisamente facile da decriptare. Insomma, in Despacito l’erotismo la fa da padrone.

Ma c’è di più, perché il vero macho/cantante latino ha un obiettivo preciso da raggiungere con la donna che ha prescelto: “Provocare le tua grida”.[…]

E anche il video, del resto, esalta il maschio conquistatore, mescolando bicipiti tatuati (quelli di Luis Fonsi), bacini in vorticoso movimento e simboli religiosi (come la statua della Madonna) sempre presenti, come tipico nell’iconografia del Sud America.

Ecco cosa si nasconde dietro “Despacito” solo l’ennesimo prodotto di una società sempre più permeata da una mentalità erotica, sessualista, pornografica. Dove la donna diventa un semplice oggetto da conquistare, usare, far gridare e… poi abbandonare.

Ma Fonsi non è stato il primo e non sarà di certo l’ultimo. Ricky Martin in “Un, dos, tres Maria”, già negli anni ’90, cantava:

“Uno, due, tre
Un passo indietro
Anche se sto morendo ora María
Devo baciarti

Lei è, come un peccato mortale
Che ti condanna poco a poco
Lei è, un miraggio sessuale
Che ti fa impazzire”

Noi di certo non vogliamo passare per bigotti, che vogliono imporre il loro modo di vedere, però valutate da voi se testi del genere sono adatti a figli e figlie di Dio. Valutate da voi stesse, ragazze, in che modo ne escono fuori le donne da testi del genere. Quella canzone che, forse, avete cantato e continuate a cantare ogni giorno, vi etichetta come “oggetto” da conquistare, usare, come “un peccato mortale che ti condanna poco a poco.”

Ragazze, voi siete molto più di un peccato mortale, voi valete molto più di un oggetto da far gridare. Voi siete Principesse, figlie del Re dei re.

E la prossima volta, e questo vale per tutti, prima di cantare, condividere e ballare, una canzone del genere, una piccola lettura al testo in italiano non farebbe male.

Per PornoTossina S.A.