Porno e Prostituzione: Qual è la differenza?

Porno e Prostituzione: Qual è la differenza?

Una delle domande che spesso riceviamo come movimento è: “Qual è la differenza tra pornografia e prostituzione?”

Riflettiamoci qualche minuto insieme, che differenza c’è tra una donna pagata per fare sesso e un’altra pagata per fare sesso (con telecamera)?

L’origine stessa della parola “pornografia” rivela il suo vero significato:
Pornografia (πορνογραφία) proviene dal termine greco porne (πόρνη), che significa “prostituta” o “prostituzione” e dalla parola graphein (γράφειν), che significa “scritti”. In base a questa definizione, la pornografia non consiste nella rappresentazione grafica del sesso o della sessualità in generale ma, nello specifico, del sesso a fini commerciali. Una rappresentazione grafica della prostituzione.

LE CRESCENTI SIMILARITÀ

È sempre più comune trovare siti web pornografici che promuovono “incontri caldi” con le “attrici”. Diventa anche tu attore per un giorno e “fai sesso” con la tua attrice preferita (uno dei tanti slogan).
Nel 2016, un sito pornografico ha promosso varie aste per i “fans”. Le aste iniziavano da €2000-3000.

L’industria del porno si difende affermando che quello che fanno non è assolutamente prostituzione. Dichiarano che le persone coinvolte nei film sono solo “attori professionisti” e che sono pagati non per fare sesso ma per essere riprese mentre fanno sesso (leggete la strategia inquietante nelle loro parole?). La verità è che non c’è veramente grande differenza tra porno e prostituzione. Una linea così sottile che è spesso superata da entrambe le parti.

Statistiche hanno dimostrato che il 70% di coloro che si recano da una prostituta vogliono ripetere gli atti visti in un recente video pornografico. Molti si recano con i loro cellulari carichi di video da dover imitare e mostrare alla prostituta di turno.
Ricerche hanno provato che un uomo su due che “va a prostitute” è consumatore abituale di pornografia.

Anche gli sfruttatori e trafficanti (i cosiddetti “papponi”) usano la pornografia per desensibilizzare le loro vittime alla normalità del “lavoro” che andranno a svolgere per strada o in case chiuse. La pornografia è una sorta di “marketing” per la prostituzione.

Un recente studio su 854 prostitute in nove nazioni ha riportato che il 49% di queste “donne schiave” è stata ripresa a sua insaputa e quindi si è ritrova su vari siti pornografici senza consenso. Il 47% ha dichiarato che è stata ferita da clienti che volevano forzare su di loro le cose che avevano visto nel porno.

Sarà una coincidenza che mentre le statistiche di consumo di pornografia aumentano in Italia, aumenta anche il traffico sessuale?

Le donne sfruttate o schiavizzate nell’industria del sesso in Italia, variano da un minimo di 60 mila a un massimo di 120 mila. In mezzo a queste cifre si nascondono fenomeni allarmanti, come l’aumento sui marciapiedi di minori, da una parte, e donne mature dall’altra. Senza dimenticare il fenomeno delle cosiddette “baby squillo”, conseguenza dell’aumento del 10% di adulti maggiorenni che cercano rapporti con minorenni (è una caso che le categorie più cliccate sui siti pornografici dagli Italiani siano “adolescenti” e “mature”?).

Possiamo adesso rispondere alla domanda iniziale?
Non c’è differenza tra pornografia e prostituzione. La nostra società deve comprendere che il porno è la benzina del traffico sessuale. La pornografia è il combustibile che spinge la richiesta.

Voglio concludere con un video-intervista alla Dott.ssa Karen Countryman-Roswurn che analizza e spiega il collegamento tra porno e traffico sessuale:

A presto
Antonio Morra

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