Modena, sexy chat di adolescenti. “Ecco come sono finita nella trappola”

Una chat nata per gioco tra ragazze, con foto e video sexy, si è trasformata in un incubo per un gruppo di oltre 60 ragazze adolescenti di Modena e Reggio Emilia. Tutto inizia la scorsa estate, come riporta il Resto del Carlino che per primo ha reso nota la vicenda, quando le ragazze cominciano per gioco a condividere in un gruppo WhatsApp selfie a sfondo erotico.

Centinaia di foto e video che dovevano restare segreti ma che arrivano nelle mani di qualcuno che non appartiene al gruppo, forse il fidanzato di una di loro, e cominciano a circolare. Prima si diffondono sui social network, poi, attraverso un link di Dropbox. Grazie al sistema di condivisione di file, chiunque entri in possesso del link sembra possa accedere a un vero e proprio archivio di materiale pedopornografico, dove le ragazze sarebbero state addirittura indicate con nome e cognome. Per ognuna di loro, immagini privatissime alla mercé di chiunque.

E’ stato il fidanzato di una delle ragazze, una volta venuto a conoscenza di cosa stava capitando alla fidanzatina 17enne, a rivolgersi all’associazione anti-pedofilia La Caramella buona di Reggio Emilia, che ha chiesto immediatamente l’intervento della polizia postale.

Il Resto Del Carlino ha intervistato una delle ragazze … che ci spiega che cosa è accaduto!

Modena, 10 novembre 2017 – Spunta una seconda ragazza, di appena quindici anni, finita sul web, che ci racconta la sua verità.

Maria (nome di fantasia, ndr), come mai ti sei trovata coinvolta in questa vicenda?
«Questa primavera ho avuto una storia con un ragazzo di 17 anni. Lui mi aveva chiesto quattro mie foto tra marzo e aprile. Gliele ho spedite: in quegli scatti non ero nuda, ma in maglietta e slip davanti allo specchio. Mi fidavo di lui. Poi ci siamo lasciati».

Quelle immagini sono state la causa della vostra rottura?
«Non mi piaceva il suo atteggiamento».

Insisteva nel chiederti immagini?
«No, ma io non volevo una relazione più impegnativa, così ho deciso di chiudere».

Hai partecipato alla chat collettiva su Whatsapp?
«No e non ne sapevo niente. Ma ho scoperto che le mie foto sono finite su Internet».

Come lo hai saputo?
«Un mio amico ha visto il link e, senza dirmi nulla, mi ha chiesto: ‘Perché l’hai fatto?’. Io gli ho detto: ‘Ma le ho mandate a te?’. Lui ha risposto di sì. Ma io quelle foto le avevo date solo al mio ex. Il giorno dopo mio fratello e i suoi amici mi hanno mostrato un link dove c’erano le foto di una trentina di ragazze. Ho chiesto al mio amico come mai non mi avesse detto subito del link e lui si è scusato».

Da quanto tempo circola questo link?
«Si è diffuso prima del 31 ottobre».

Le cartelle riguarderebbero una sessantina di giovani.
«Io ho visto un link con una trentina di ragazze. Io e i miei amici abbiamo controllato. Le immagini sono comparse, poi ricomparse. È possibile che ci siano anche diversi link o spezzoni in giro».

Ci sono altre tue amiche finite su Internet?
«Sì, due di quindici anni e una di sedici. Anche loro sono in reggiseno e slip, qualche scatto è con delle amiche».

Hai parlato con il tuo ex?
«Lui mi ha detto che gli hanno hackerato il telefono o il computer e che questo pirata del web ha voluto fare un dispetto a noi ragazze. Ma sembra che le foto di alcune ragazze siano state prese dalla sua galleria. Non so se credergli. Poi si parla anche di un altro possibile responsabile…».

Hai confidato qualcosa ai tuoi genitori?
«Al momento no. Per ora lo sanno solo mio fratello e le mie amiche».

Pensi di farlo?
«Per ora no. Sono imbarazzata».

Questa situazione è delicata.
«La sto vivendo male. Ho fatto uno sbaglio, ma pensavo che le foto rimanessero private, per il mio ex. E non mi sento sicura: temo che qualcuno se ne impossessi, anche un pedofilo».

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I numeri del sexting

Il brutto episodio che ha coinvolto le giovani emiliane, purtroppo, non è però un fenomeno isolato. Secondo un’indagine del 2016 del Censis sulle scuole italiane, il 10% dei presidi ha dovuto affrontare casi di sexting (dove appunto gli adolescenti scambiamo foto o video sessualmente espliciti) e per il 18% dei dirigenti scolastici il sexting vede coinvolto tra il 5% e il 30% dei ragazzi. E il fenomeno si manifesta a un’età sempre più precoce. Secondo uno studio dell’osservatorio nazionale adolescenza, la pratica di scattare e condividere foto e video intimi coinvolge il 6% dei preadolescenti dagli 11 ai 13 anni, di cui il 70% sono ragazze, e circa un adolescente su 10 dai 14 ai 19 anni.

Fonte: Il Resto Del Carlino