Allarme: La dipendenza degli Adolescenti “PORNO ZOMBI”

Un tempo (nemmeno troppo tempo fa) per leggere un giornaletto porno a 11-13 anni bisognava sperare nella comprensione di un edicolante oppure fare appello al contrabbando famigliare gestito da qualche fratello maggiore. Oggi gli adolescenti ne fruiscono liberamente (e in versione ben più cruda e ardita dei vecchi giornaletti porno), già dai dodici anni, magari nel silenzio delle proprie camerette, davanti a un pc o cellulare, soli. E ancor più preoccupa (specie chi ha figli di quell’età) un 12 per cento dei dodici/tredicenni che ha postato video sessualmente espliciti di se stesso.

I dati del sondaggio britannico

La fruizione decisamente precoce del porno tra i ragazzini, quando addirittura non li coinvolge attivamente, è preoccupante e invasiva sul piano psicologico e la charity britannica ChildLine, che ha condotto il sondaggio su 700 ragazzini tra i 12 e i 13 anni, ne elenca gli effetti collaterali: instabilità, aggressività, depressione. Uno su cinque a quell’età ammette di aver visto un video porno in rete che lo ha turbato e rattristato. 

“Volevo sposarmi e avere dei figli, ma dopo quelle immagini ho paura che questo non possa più accadere”, dichiara uno degli intervistati, mentre un’altra gli fa eco confessando di avere il timore di non essere adeguata alle aspettative dei maschi “e di doversi comportare come una pornostar per essere gradita”. Le ripercussioni non sono solo la destabilizzante e precoce fruizione di contenuti non adatti a una certa età, ma anche le conseguenze del postare tutto in una rete che, come non ci si deve mai stancare di ribadire, non concede il diritto all’oblio.

Contro i «porno zombi»

ChildLine diffonde i dati inquietanti dell’indagine promuovendo una campagna di sensibilizzazione scioccante e profonda e sciorinando tutte le conseguenze, attraverso immagini forti, di un’esposizione al porno troppo prematura e troppo violenta. «Un video di 10 minuti ha conseguenze molto durature», rimarca il direttore della charity, Peter Liver, spiegando che occorre sensibilizzare i giovanissimi su concetti come amore, consenso, rispetto. La campagna si chiama ChildLine Fight Against Porn Zombies (FAPZ), ovvero ChildLine combatte i “porno zombi”, quell’esercito di ragazzini ancora confusi e alla ricerca che si imbatte, a volte anche involontariamente, in immagini che non sa interpretare, contestualizzare e metabolizzare e che rischia un imprinting negativo con la sessualità foriero di complessi e inquietudini. Come nota Dame Esther Rantzen, fondatrice di ChildLine, sono sempre più numerosi i casi di pre-adolescenti che si rivolgono ai servizi sociali per la propria dipendenza dal porno.

Fonte: Corriere