Cosa c’è di sbagliato nella pornografia? Non fai male a nessuno

Si racconta che quando un indiano Inuit scopre che nel suo territorio è presente un lupo, è costretto a proteggere le sue greggi e i suoi bambini. Ma piuttosto che affrontare il lupo frontalmente, il cacciatore sfrutta l’appetito proprio dell’animale per sconfiggerlo.Comincia macellando una delle sue capre più piccole e versando il suo sangue sulla lama di un coltello. La lama viene lasciata congelare alle temperature artiche. Una volta che il primo strato è stato formato, viene versato altro sangue e il coltello viene congelato. Questo processo continua finché l’intero coltello è coperto da uno strato spesso di sangue congelato.

Prima del crepuscolo, il cacciatore fa una camminata fuori dal suo accampamento e seppellisce il manico del coltello nel terreno, con la lama che sporge fuori dalla neve. Poiché i lupi sono in grado di fiutare l’odore di sangue a miglia di distanza, non occorre molto tempo prima che uno rintracci l’odore e cautamente inizi a leccare il sangue congelato. Siccome il gusto eccita l’animale, questo comincia a leccare con più aggressività.

In poco tempo, parte della lama è scoperta e la lingua del lupo è graffiata. Ma poiché la sua lingua è stata intorpidita dal sangue ghiacciato, l’animale non è consapevole del danno che è stato causato. Il sangue di capra che è leccato via dalla lama, viene sostituito dal sangue più caldo del lupo. Nell’eccitazione frenetica per il gusto del sangue fresco, l’animale lecca più voracemente, si taglia ancora e ancora, e continua a sanguinare finché non diventa debole. Nel giro di poche ore, il lupo morirà per dissanguamento.

Questa trappola è come il fascino della pornografia. Sperimenti una soddisfazione senza conseguenze, e ti senti come se potessi cavartela – per un po’. Ma prima che tu te ne renda conto, il danno è già stato fatto. È sempre così con il peccato: ci promette tutto e non ci dà niente.

Nel caso della pornografia, gli effetti più preoccupanti generalmente sopraggiungono più avanti nella vita, quando provi davvero ad amare una donna. Ricerche sugli utenti del porno mostrano che è meno probabile che questi siano soddisfatti dall’affetto, dall’aspetto fisico, dalla curiosità e dalle performance sessuali della loro partner. 6 Alcuni mariti arrivano addirittura a pensare di avere il diritto di essere eccitati da delle fantasie. Sembrano credere che se una moglie non è perfetta, la colpa è sua.

Le nostre menti sono come una tela bianca, donataci da Dio. Su questa tela siamo liberi di mettere qualsiasi immagine vogliamo sulla femminilità. Io ho iniziato a formare un’immagine del corpo femminile attraverso riviste di costumi da bagno e pornografia molto prima della scuola superiore. Prima ancora di prendere il diploma, ritenevo che la mia visione distorta della donna fosse normale. Giudicavo il valore di una donna in base a quanta attrazione sessuale provavo per lei. La vista di una donna attraente innescava automaticamente pensieri lascivi.

A quel tempo non sapevo che quelle immagini, anche se prendevano soltanto pochi secondi per essere viste, avrebbero richiesto anni per essere dimenticate. Mentre i miei occhi passavano da un’immagine alla successiva, non avevo idea dell’impatto che questo avrebbe avuto sulla mia mente. Il centro del piacere del cervello maschile viene chiamato nucleo preottico mediano e si educa facilmente. Quando un uomo fa esperienza del piacere sessuale, allena il suo cervello ad associare qualsiasi cosa stia guardando o facendo alla condizione di soddisfazione sessuale. Nel caso della pornografia, la mente dell’uomo viene allenata ad associare la soddisfazione sessuale a centinaia di fantasie proibite.

Come può un uomo vivere in questo modo per anni, e all’improvviso cambiare senso di marcia e saltare in un matrimonio sano e santo? Se un uomo non impara mai a dire di no alla sua lussuria, quando arriverà il momento dell’amore, la sua lussuria potrebbe distruggerlo.

Il cervello può essere rieducato, ma il processo richiede anni. Quindi comincia adesso.

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6. D. Zillman and J. Bryant, “Pornography’s impact on sexual satisfaction,” Journal of Applied Social Psychology 18 (1988), pp. 438–453.

Fonte: Chastity Project